La libertà si conquista giorno dopo giorno è un impegno costante a volte gravoso perché le “invasioni di campo” per usare un termine calcistico – sono all’ordine del giorno, nel microcosmo dell’associazionismo che ci occupa le prevaricazioni rappresentano lo “sport” preferito. Il rispetto verso il prossimo, la consapevolezza che la libertà dell’uno finisce dove inizia quella dell’altro non è più percepita. L’etica è completamente disattesa, anzi interpretata in favore di coloro che la trasgrediscono. La libertà di espressione, poi, non è più ammessa, la massificazione dell’individuo ha annullato la critica anche quella costruttiva. Infatti finché essa nutre il corpo sociale lo educa e lo alimenta è utile, ma se gli individui vengono repressi come è avvenuto durante i regimi totalitari allora diventa deleteria ed involutiva. Chi ancora conserva una autonomia valutativa e critica è additato come un nemico e va tacitato. Così è stata insedia una commissione che doveva “proporre iniziative adeguate per la prosecuzione della diffusione del Magazine”, di fatto ha avuto lo scopo di sancire, nella relazione- regolamento (sic!), ciò che si dovrà o non si dovrà pubblicare (per esempio è assolutamente vietato parlare del Distretto – come se il Club ed il Distretto non appartenessero alla stessa associazione!), nonché l’autonomia di una commissione che vaglierà per ogni uscita del giornalino la rispondenza, con quanto consacrato, del contenuto degli articoli (dell’impaginazione delle foto e quanto altro) con la conseguente autoritaria soppressione del comitato di redazione al quale non è riconosciuta neanche quel minimo di diligenza del buon padre di famiglia. In sostanza la censura e la limitazione del libero pensiero, costruttivo e non offensivo, e della sua diffusione. Ad onor del vero, però, al singolo socio la relazione-regolamento permette (garantendo, quindi, la libertà costituzionali ancora sic!) di esprimersi liberamente anche su riflessioni inerenti il Distretto attraverso altre riviste.
Non si può pascolare fuori dal gregge neanche per fini costruttivi. I pastori maremmani a guardia del gregge sono stati richiamati all’ordine per evitare la fuoriuscita di altre pecorelle e quelle che sono uscite… catturate e sacrificate sul recente desco pasquale. La valenza dei principi dell’Associazione non è posta in discussione, essi sono ancora attuali ed ampiamente condivisibili purtroppo, a volte, i personaggi che devono rappresentarli e farli rispettare non sono adeguati a svolgere il ruolo per il quale sono stati chiamati. La loro acclarata incapacità nel governo dell’associazione li ha spinti a richiedere la censura del libero pensiero ed il rogo (ideale) per tutti i “Giordano Bruno”, i “Jacques de Molay” (ultimo gran maestro dell’ordine dei Templari, che il 18 marzo 1314 davanti alla Cattedrale di Parigi, per disposizione del re di Francia, Filippo il Bello e con la complicità di Papa Clemente V, fu arso sul rogo. – Anche lui per motivi politici ! -). De Molay maledì i mandanti della sua esecuzione. Ma erano altri tempi ! Oggi le maledizioni potrebbero subire la stessa sorte delle ingiustizie: il castigo si ripercuote su chi ha subito l’affronto piuttosto che su chi lo ha posto in essere.
In piazza Campo de Fiori oggi non c’è più il rogo ma solo la statua di Giordano Bruno ed in questi giorni si è celebrata la Pasqua che nella tradizione ebraica, dalla quale deriva quella cristiana, ha il significato di passaggio, una rinascita nella evoluzione della coscienza. L’uovo (pasquale) nel suo simbolismo racchiude il germe della vita e, quindi, dell’immortalità, esso si è dischiuso ed è rinato, nella continuità, il libero pensiero.
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